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Il progetto
Obiettivo Periferico mira a raccogliere e divulgare l’ampia visione eterogenea che articola il legame tra periferia e quello che viene comunemente identificato come centro cittadino. Per questo IUVAS e Rotary Club Brunelleschi promuovono la raccolta e la pubblicazione di una collana di estratti volti all’analisi di quelle tematiche che, per importanza strategica e operativa, necessitano di essere divulgate ed approfondite dalla comunitaÌ€ scientifica e amministrativa. Professionisti ed esperti del settore potranno cosiÌ€ esporre e promuovere la propria vision all’interno di un ampio processo di analisi necessario alla riformulazione di un’idea di periferia contemporanea. L’importanza di poter ri-concepire questi spazi come luoghi identitari, fulcro di una nuova idea di sviluppo progressista e di qualitaÌ€, eÌ€ l’obiettivo primario da perseguire per stimolare nuovi investimenti e una loro crescita qualitativa. Il progetto mira ad aprire una visione condivisa su alcune tematiche centrali che articoleranno le macro aree di appartenenza dei singoli interventi. Le categorie saranno suddivise in: architettura ed urbanistica, sociologia, ambiente e natura, progresso ed innovazione, cultura.
Patrocini
Patrocinio istituzionale
Patrocinio scientifico
Il progetto
Il rapporto centro-periferie eÌ€, nella nostra cultura occidentale, viziato da pregiudizi positivi e negativi. Da una parte, il significato della parola “centro” viene accreditato di un valore positivo in quanto centralitaÌ€, importanza, potere, cuore, anima, legittimazione. Tutto converge al centro, il centro del programma, la centralitaÌ€ di una certa operazione: “in medio statvirtus”. Anche gli edifici hanno celebrato il centro: da quello delle “istituzioni totali” (tipicamente il panottico di alcune costruzioni carcerarie, come diceva Foucault) ai centri direzionali. L’idea che centralizzare significhi maggiore efficacia ed efficienza. Dall’altra parte, il significato di periferia intesa come confine, margine, bordo estremo/esterno. In questo caso il significato eÌ€ quasi sempre inteso in senso negativo. Confinare qualcuno o qualcosa significa marginalizzare, rendere meno importante, delegittimare. Periferico diviene sinonimo di subalterno, confinato, svantaggiato. La periferia acquisisce, in quest’ottica, il significato di territorio alienato/alienante, povero strutturalmente e culturalmente. Mentre il centro si restaura e si abbellisce, la periferia tende a cresceresenza programma. Da un lato la razionalitaÌ€, dall’altra il caotico; ordine vs disordine. Periferia intesa come cornice – dal greco “periÌ€”, intorno - di un luogo prezioso, centro come luogo di “accentramento” culturale ed economico. Per riabilitare il concetto di periferia occorre quindi rovesciare il suo pregiudizio. Periferia diventa luogo eccentrico, non soltanto in quanto lontano/fuori dal centro, ma soprattutto come luogo non condizionato, aperto, sperimentale. Del resto, i grandi cambiamenti in corso a livello globale negli ultimi decenni, dal punto di vista politico ed economico, stanno sovvertendo ogni pregiudizio sul rapporto centro/periferia, accordando a quest’ultima il ruolo del traino, di crescita, di transizione positiva: i paesi “emergenti” (quelli con il Pil a due cifre) sono quelli periferici, mentre quelli storicamente considerati “centrali”, in termini valoriali e monetari, sono quelli dove viene ancora “con-centrato” il potere economico-politico mondiale, in aperta resistenza nei confronti delle tendenze in atto. Se, come eÌ€ ormai evidente, la mappa del potere economico si avvia a diventare “liquida”, ovvero priva di centralitaÌ€ e senza periferie predestinate, anche la politica non puoÌ€ che riflettere un analogo destino. Non piuÌ€ destra, centro, sinistra dove il centro era sinonimo di equilibrio e di moderazione, ma uno spostamento continuo tra innovazione e conservazione non piuÌ€ imperniato su equidistanze, ma fluidamente spinto verso il cambiamento o attestato sulle resistenze ad esso. La periferia, dunque, assomiglia sempre piuÌ€ a un grande suk necessario e dinamico dove nulla puoÌ€ essere pregiudizievole, ma tutto potenzialmente fruibile. La periferia diventa cosiÌ€ sinonimo di cerniera tra il possibile e il dato a priori, tra vecchio e nuovo, tra rigiditaÌ€ e flessibilitaÌ€, fra storia e futuro. In quest’ottica, le periferie tendono a diventare i nuovi centri-non-centri del futuro. Luoghi di scambio e di attrazione per merci e idee. Periferie intese come “border-line” osmotico, di libero scambio tra etnie, religioni, culture, come “terre di qualcuno”. Fabbriche non giaÌ€ di tolleranza (termine incline al mantenimento del potere costituito), ma di nuova convivenza. Luoghi non piuÌ€ gravitazionali, ma orizzontali, fluidi,liberati dalla necessitaÌ€ di una collocazione satellitare.​Quel pregiudizio sulle periferie, Paolo Crepet, Gruppo G124 8 Marzo 2014
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